sabato, settembre 30, 2006

- Leggende delle dolomiti 21 - La sorgente dell'oblìo

Si racconta che, col finir dell'estate quando i pastori abbandonavano la valle di Vajolètt, le streghe scendessero fino al piano erboso di Ciampedìe, dove intrecciavano le loro danze alla luce della luna. Un giovane di Monzòn, di nome Gordo, fu curioso di vederle ballare. Quando tutti lasciarono la valle egli si nascose in una tobìa (fienile) aspettando. Passata la mezzanotte sbucarono innumerevoli streghe d'orribile aspetto; tra loro la Striona, loro condottiera, che si accorse subito di lui -qui dentro c'e' un uomo! fuori subito!- Gordo rimaneva immobile per la paura -apri o scendiamo dal camino!- egli tremante uscì: lo schernirono, gli tirarono i baffi, infine danzarono attorno a lui selvaggiamente. Poi la Striona lo apostrofò -chi e' la tua regina?- lui non capiva -se non capisci vuol dire che non hai ancora una regina! ne sceglierai una e subito! metti questa corona sul capo di quella che ti piace di più. Dovrai servirla fedelmente e per mezzo suo sarai ammesso alla nostra società- e gli diede una corona di sterpi. Egli non seppe decidersi perchè gli parevano una più brutta dell'altra, cosicchè le streghe andarono su tutte le furie: lo insultarono e picchiarono, poi lo legarono ad un albero ancor con la corona in mano -di qui a un anno sceglierai la tua regina!- Passarono i giorni e nessuno veniva a liberarlo perchè i pastori erano già scesi a valle. Non sentiva fame o freddo, ma a poco a poco il corpo si irrigidiva, la resina lo ricopriva...entro la primavera successiva viveva la vita dell'albero e nessuno avrebbe immaginato che là vi fosse un uomo. Le streghe l'avevano incantato! I pastori parlavano della sua scomparsa, ma lo davano per morto. Solo la piccola Vinella, una ragazza col viso butterato dal vaiolo che faceva la pastorella, non voleva persuadersi ch'egli potesse essere salvato. Una notte si svegliò sentendo delle lugubri grida e andò impaurita a svegliare una vecchia che abitava in malga.-questi urli sono il baèl, il concerto delle streghe! stanno sui Mugoni e gridano verso valle. Nelle notti di plenilunio sembrano impazzite, urlano finchè non scompare la luna dietro le Creppes de Davòi, poi gettano delle ruote di fuoco che finiscono sulle punte di roccia sopra Ciampedìe, dove ardono spargendo odor di bruciato...queste creste si chiamano zigolades (bruciacchiate)...cerchiamo di dormire, chè mezzanotte deve esser già passata- Per tutta l'estate Vinella pensò che avrebbe dovuto chieder direttamente alle streghe qualcosa di Gordo, ma non osava. Guardava volare le gaiòles (ghiandaie) sospirando -sono uccelli intelligenti e vedono tante cose, certamente saprebbero dirmi dov'e' Gordo!- Una sera uno dei pastori arrivò con un sacco pieno di pinoli e lo versò sul tavolo perchè ciascuno potesse prenderne; tutti vollero sapere come aveva fatto a trovarne tanti ed egli raccontò che aveva visto le gaiòles volare spesso attorno a un pino e aveva così scoperto un crepaccio dove c'era la loro provvista invernale. Vinella si impietosì per quelle povere bestiole, ma la derisero tanto da offenderla. A fine serata, quando tutti erano andati a dormire, il pastore che aveva portato il sacco tornò da lei -non esser in collera con me. prendi pure tutti i pinoli rimasti, te li regalo- al mattino Vinella riportò i pinoli al crepaccio e una subito gazza le parlò con voce umana -ti ringrazio e sarai ricompensata: prendi 3 pinoli. Se un giorno vorrai conoscere qualche segreto che le montagne nascondono e gli uomini ignorano mettili nella mano sinistra e guardali fisso. Verrò a spiegarti quel che desideri- Passarono pochi giorni e li usò, raccontando alla ghiandaia la storia di Gordo -udii la storia da un gufo che vola con le streghe. Gordo è in visidàja (morte apparente). Per risvegliarlo bisogna portargli una trosilla, un rododendro bianco che cresce solitario dietro le Porte Nèjgre (Porte Nere) sulle vette del Vaiolòn- poi le disse come trovare l'albero a cui era legato Gordo e le insegnò le parole magiche per rompere l'incantesimo -Gordo è il tuo fidanzato?- chiese infine. La giovane arrossì negando, dicendo che le dispiaceva solo che fosse in balìa delle streghe -dovrai lottare molto. Egli abitava con un'anda (zia) strega, d'accordo con le streghe dei monti!- Quando Vinella e gajòla si salutarono, la giovane si mise all'opera. Trovò il fiore, trovò l'albero e pronunciò l'incantesimo -xide, burte strìes!- (via, brutte streghe)l'albero si spaccò e ne uscì Gordo. Si compiva l'anniversario dell'incantesimo e, prima che Vinella avesse tempo di accorgersene, le mise la corona in capo -ecco la mia regina!- Lei fu così sorpresa che fuggì. A casa tutti l'accolsero con esclamazioni di sorpresa perchè il viso era diventato liscio e bello, mentre gli sterpi della corona erano divenuti d'oro -ti sei fidanzata con un principe? è la più bella zendalina (ghirlanda nuziale) mai vista!chi te l'ha data?- Vinella raccontò l'accaduto e si congratularono. Gordo dopo tanta immobilità era lento e stanco nel camminare, ma giunse a casa dela zia. Le raccontò di aver incoronato Vinella e la zia si arrabbiò -ti ho scelto una giovane vedova di Perra come sposa. Ha un bel mess (fattoria)e la sua centüla (cinto nuziale d'argento) vale quanto 3 mucche, non sceglierai mica una pastorella sfigurata!?!- Al mattino dopo la zia lo spinse fuor dalla porta ingiungendogli di andare a Perra, ma lui andò a Sojàl e si fidanzò con Vinella. Al ritorno raccontò alla zia che Vinella non era più sfigurata e la corona era divenuta d'oro -guardati da lei, perchè è scaltra, pare che abbia relazioni con le streghe! La corona d'oro è una sua illusione: fattela mostrare e pronuncia la formula che ti insegnerò, con la quale si annullano gli incantesimi, allora vedrai!- Gli insegnò una formula delle streghe che distruggeva l'oro, così la corona tornò di sterpi, Vinella e fu desolata e Gordo se ne andò. Si fidava della zia e, nonostante soffrisse per Vinella, finì per rompere il fidanzamento e rivolgere le sue attenzioni per la vedova di Perra. Vinella si disperò e, quando una povera donna bussò a chieder elemosina, dicendo che accettava qualunque cosa, anche senza valore per gli altri, le diede la corona di sterpi. La ragazza voleva stare sola e camminava fino al bosco. Lì incontrò l'amica gajòla con cui si sfogò. -t'avevo detto che avresti dovuto lottare. Hai vinto le streghe della montagna, che ora non si avventurano più sul Ciampedìe, ma le streghe della valle sono più furbe. Gordo crede a quel che gli dicono e corre incontro alla sua rovina! Potresti salvarlo solo conducendono nel tuo luogo natìo. Tu non sei di Sojàl come credi. Eri figlia di una Vivàna (donne dei boschi che conoscono il futuro) delle vette del Larsèc. Uno spirito delle acque trascinò tua madre nei flutti e tu fosti ripescata dal taglialegna che ti fà da padre adottivo. Tu sei del Larsèc!- Vinella le disse di voler rimanere a Sojàl dove aveva sempre vissuto -e questa è la tua disgrazia! non avendo patria non hai forza, non riuscirai a liberare Gordo. Posso darti un solo consiglio. Sulla Pala de Jàcia scorre la Fontèna del omblìa (sorgente dell'oblio), chi ne beve dimentica il passato e ricomincia nuova vita- la condusse attraverso le montagne. Nei punti più disagevoli v'erano degli scalini che le spiegò fossero fabbricati dai Nani per le Vivàne, per una scommessa persa. Subito sotto la cresta scorreva una vena sottile d'acqua freschissima. Come Vinella ne bevve si guardò attorno trasognata. Tornò indietro solo grazie alla guida della ghiandaia. l paese incontrò la madre adottiva che corse ad abbracciarla -ti abbiamo cercata ovunque, Vinella!- ma lei non riconosceva nessuno. Dovette imparare ogni lavoro daccapo, come una bimba. Gordo seppe che era impazzita e ne parlò alla zia. -sta meglio di noi! deve aver bevuto alla sorgente dell'oblìo, comincia una vita nuova e non si sogna nemmeno di te!- Gordo chiese della sorgente e la zia gli disse che era presso la Pala de Jàcia. Lo spronò infine a chieder la mano della vedova e, accorgendosi che non ne aveva voglia, gli diede un filtro magico che rendeva l'uomo per 13 giorni senza volontà di fronte a una donna. Prima di andare a dormire Gordo incontrò una vecchietta che lo pregò di comprar qualcosa. Le diede un soldo e andò in camera con l'oggetto da lei dato. Con stupore si rese conto che era la sua corona! La mise sulla finestra e si coricò, ma si svegliò nella notte per dei rumori e vide un gufo che si sfregava il becco sulle sbarre dell'inferriata. "è una iranumìna" (segno degli spiriti) pensò, ed ecco che la corona si mise a correre su e giù come portata da mille zampe di ragno. Gordo si spaventò tanto che corse nel letto e non osò più guardare fino al mattino. Il giorno dopo, uscendo, incontrò Vinella nei prati e parlandole capì che davvero non lo riconosceva. Non aveva coraggio di tornare a casa, cosi' ogni giorno tornò a incontrare lei finchè tornarono a innamorarsi e parlare di nozze. Quando però i Gordo si presentò dai genitori gli urlarono dietro inferociti e non potè far altro che scappare, rifugiandosi in una capanna. Il giorno dopo incontrò Vinella sulla via -Fermo, gli uomini di Sojal ti tendono agguato! Dicono che sei uno stregone, che fai girar la testa alle ragazze e che mi hai regalato una corona stregata che ora è d'oro, ora di stecchi...anche se io non so nulla di tutto ciò...volevano raccontarmi altro, ma non voglio ascoltarli- Gordo le disse che non ricordava perchè aveva bevuto alla sorgente dell'oblio. -tutti mi dicono così...se fosse vero vorrei che anche tu ne bevessi, così non saresti più malinconico e pensieroso!- Anche Gordo avrebbe voluto e, sapendo dalla zia la zona in cui si trovava, decisero di andarci. Bevvero assieme e d'incanto scordarono la vita trascorsa. Lieti proseguirono la salita, entrando nell'alta valle di Larsèc. Tutto era in fiore e nell'aria tepida v'era un gran silenzio, alte vette e cielo azzurro. Erano felici. Incontrarono infine delle donne dagli abiti verdi: delle Vivàne. Come videro Vinella la riconobbero ed accorsero a salutarla, riempiendola di parole affettuose e carezze -la figlia della povera Doreda rapita dallo Spirito! finalmente sei tornata!- volevano farsi raccontare della sua vita, ma lei sapeva solo che Gordo era il suo fidanzato e niente altro, così capirono che aveva bevuto alla sorgente e li condussero a vivere con loro, fra le rocce frastagliate chiamate Scalirèc, dove abitavano.

Tempo dopo la zia di Gordo andò dai genitori di Vinella, chiedendo del nipote. Nessuno sapeva dove fossero, così si limitò a restituire la corona di sterpi, perchè ogni notte correva per casa sua come un ragno. Una sera i due genitori adottivi incontrarono una Vivana, che parlò loro -Vinella vi saluta e vi ringrazia per quanto fatto, ma non può tornare. Stanotte mettete la corona sul tavolo, diverrà d'oro e d'oro resterà per sempre, così sarete provveduti per la vecchiaia-

Gordo e Vinella restarono sui monti di Larsèc. A volte qualche cacciatore di camosci li scorgeva mentre, seduti al sole, guardavano a valle con aria lieta. Nessun'altra notizie giunse mai agli uomini.

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