Sulla Gadra sorgeva un tempo un castello dove, ultima di una potente stirpe, abitava una graziosa giovanetta bionda. Possedeva uno specchio verde magico, che un Salvàn aveva trovato sul fondo del Lac Vert (il Lago Verde dei pascolo dei Fanes). Lo specchio svelava qualunque pensiero nascosto della persona che vi si mirasse. Un giorno si presentò un giovanissimo cantore che nessuno prese sul serio, ma vinse il torneo e cantò così dolcemente che conquistò il cuore di lei. Gli chiese solo se avesse mai amato un'altra donna ed egli disse di no, mentre lo specchio lo confermava, così fu il prescelto.
Quando egli lo disse alla madre, essa fu felice ma turbata dalla "stregoneria" dello specchio, così disse di chieder di distruggerlo. Quando lui lo disse alla ragazza litigarono tanto che decise di trovar modo di farsi perdonare provandole la propria devozione. La ragazza aveva saputo che sul Monte Gardenazza era nascosta la Rajètta, il più bel gioiello del mondo, così il ragazzo partì alla ricerca.
Camminò tutto il giorno fino sera, quando vide una Cristanna (donna selvatica) sulla sponda di un piccolo e scuro lago, che lo ospitò per la notte. Ad un tratto sentirono un fragore provenire dal laghetto, che le Cristanne chiamano Lec de Crespanna. Videro un gran numero di sorci rossi fiammanti che, fischiando, traversavano l'aria e si precipitavano nel lago. La Cristanna ne afferrò uno, chiedendo della Rajètta, ed ebbero la risposta cercata -è nel bosco Lamarida, sotto il castello di donna Dindia-. Il giorno dopo il giovane si incamminò e incrociò degli scudieri del castello. La giovane aveva saputo che l'impresa era pericolosissima e chiedeva di tornare, ma il giovane ne fu indispettito -prima mi manda in cerca di aventure e poi mi richiama, per chi mi prende la vostra signora? Salutatemela e ditele che tornerò cl gioiello!- e si incamminò per il bosco Lamarida, dove trovò sopra una rupe un purpureo castello, quello di donna Dindia. Alla sua base si apriva una caverna con un orribile drago disteso, ma che lasciò passare il giovane senza molestarlo.
Il ragazzo entrò a castello e tutto era immerso in un silenzio di morte, fino quando non trovò la castellana seduta a un lungo tavolo: ai lati erano seduti una quarantina di cavalieri. La bellissima donna era mora, vestita di seta scura e aveva braccia abbellite da cerchi d'oro. Gli chiese cosa lo avesse condotto sino là e, quando seppe della Rajètta gli chiese se fosse per una donna -guarda, guarda. la biondina ha di questi capricci.. la Rajètta sta sotto il mio castello, chi la vuole deve combattere col drago. Tutti i cavalieri che son qui hanno tentato e nessuno è riuscito..tutti hanno tentato non per la pietra, ma per liberare me...perchè la morte del drago sarebbe la mia liberazione- il giovane solo ora si accorse che i cavalieri avevano occhi spenti e viso d'un pallore mortale e non parlavano,solo accennavano lievemente col capo. Egli volle provar subito l'avventura, ma donna Dindia gli chiese di restare un poco per cantare per lei. Rimase ospite e, senza che si accorgesse, passarono settimane e mesi, fino a quando lei gli raccontò la propria storia -ero giovanissima, quando un Mago mi chiese in sposa, ma lo respinsi. Sposai poi un guerriero, Zan de Rame. Alle nozze venne il Mago e mi regalò uno specchietto verde che poteva svelare i pensieri...anni dopo venni a sapere che era stato fatto con le lacrime di fanciulle ingannate. Un giorno lui tornò da una spedizione di guerra e lo specchio mi rivelò che anche in mia assenza mi aveva sempre pensata, così decisi di chiuder l'oggetto in un cofano di ferro con spranghe saldate. Un triste giorno però lo feci riaprire, perchè da qualche tempo mio marito era distratto, così scoprii che pensava a un'altra donna. Ma egli mi voleva ancora bene, così decidemmo di ritirarci in un luogo lontano per ritrovare la pace. Ci facemmo costruire un castello di legno e poco alla volta gli abitanti dei dintorni si riunirono ai nostri piedi, in quella che ora è la borgata di Miljera, sul monte Falòria. Per sette anni vivemmo felici, ma una notte lo vidi agitarsi nel sonno, così tenni lo specchio davanti al suo viso, illuminato dai raggi di luna. Vidi che ancora pensava alla mia lontana rivale e il suo cuore era perduto per me. Fuori di me per l'ira infilai il mio vestito da amazzone e feci sellare il mio cavallo, poi diedi fuoco al castello. "corri a svegliare il padrone!" dissi allo stalliere " digli che sono stata io a incendiare il castello, che parto e non tornerò piu!" Seppi poi che mio marito fu salvato, ma sapute le mie parole si trafisse con la propria spada. Io gettai lo specchio nel primo lago che trovai, ma un Salvàn mi aveva visto e andò a ripescarlo. Era così forte il veleno dello specchio, che in una sola notte aveva tinto il lago, per sempre, di verde. Andai da amici, ma il Mago ricominciò la sua persecuzione e fece apparire dei fantasmi, cosi ripartii. Un giorno il Mago mi offrì la Rajètta ma non la volli nemmeno vedere "non sapete il valore di questo gioiello, nessun cavaliere al mondo saprebbe conquistarlo!" disse. Mi indispettii e accettai la scommessa. Venni ad abitare qui mentre il mago si impegnava a non farsi vedere per un certo tempo. Se in questo tempo un cavaliere avesse conquistato la Rajètta io sarei stata libera. Mi aveva però ingannata, perchè il drago lascia passare tutti tranne me. Dichiarai rotto il patto, ma rimango qui prigioniera- Il giovane voleva allora tentare, ma la castellana ancor una volta lo pregò di aspettare. Passarono altre settimane, ma gli pareva che i visi pallidi dei cavalieri lo guardassero con aria di scherno, ma intervenne donna Dindia -lo so che non è la paura, che ti trattiene...- e guardandolo con grandi occhi profondi gli porse la mano da baciare ed in quell'atto lui si sentì colmo di felicità. Nella notte però vide in sogno la sua fidanzata e si svegliò turbato, così non attese oltre, si armò e andò alla caverna. All'entrata apparse un uomo, era il Mago che gli chiese cosa volesse fare -ucciderò il drago per liberare donna Dindia e portare la Rajètta alla mia fidanzata- -Sventurato, vuoi servire due donne?-chiese il mago -conosci il potere della Rajètta? chi la possiede rende suoi schiavi gli uomini che si avvicinano. Donna Dindia l'ha sotto il suo castello, così la possiede in parte e tu sei già mezzo posseduto dal suo fascino. Se ci tieni a rivedere la tua bella, prendi subito la via del ritorno!- il ragazzo rimase a lungo a riflettere e finì col tornare a castello senza nulla di fatto. Gli parve però di udire un riso di scherno. Un riso orribile che faceva pensare a teschi vuoti e ossa scricchiolanti. Così il giorno dopo ritentò. Passò furtivo e arrivò fino alla Rajètta che brillava sopra una tavola di pietra, ma come allungò la mano il Drago si precipitò su di lui con terribile sancio. Egli lo aspettò fermo, tenendo la spada avanti a se, cosi che il drago, non riuscendo a frenare il suo impeto, restò trapassato. Trovò però la forza di mordere il suo uccisore che, gravemente ferito, si trascinò fuori dalla caverna. Ebbe il tempo di veder brillare ancor una volta i bracciali d'oro di Donna Dindia, che era ora libera e pronta ad accoglierlo, quando la sua vista si offuscò e crollò, morto. Lei lo pose sul suo cavallo e lo coprì col mantello, tenendolo tra le braccia. In quel momento sentì a voce di una donna. Era la giovane del castello di Badìa che aveva cercato il suo fidanzato ovunque per distoglierlo dal pericolo, ma giungeva tardi -mi hanno detto che il mio fidanzato è nel tuo castello, sono venuta a riprenderlo..- ma donna Dindia senza risponderle aprì il mantello e mostrò il corpo sostenuto dal suo braccio. La damigella urlò di dolore e supplicò la castellana di rendergli il corpo, ma donna Dindia le rispose con orgoglio - non per te, ma per me gli è morto, con la sua morte mi ha liberata. le fanciulle capricciose farebbero bene a non scherzare con specchi incantati e imprese temerarie, è pericoloso- detto questo la donna cavalcò via per il bosco, portando con sè il cantore morto.
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1 commento:
complimenti per il blog, ho trovato tante belle leggende :-)
cercavo una leggenda che parlasse di un castello del trentino...
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