mercoledì, settembre 27, 2006

- Leggende delle dolomiti 15 - La tambra de selièttes

C'era una volta un pastore ch ogni anno saliva in Val Travegnòl. Per raggiungerla doveva passare il ponte della Sgorbiàccia, un ponte su un profondo ghiacciaio evitato da tutti, perchè si diceva accadessero cose strane.
Il contadino veniva soprannominato Ciompo (zoppo in ladino), perchè zoppicava. Egli non era mai stato di buona compagnia e passava mesi in solitudine sui monti. Si era costruito una piccola tambra (capanna) e dopo sette anni che andava in quei luoghi, vide una fanciulla che raccoglieva selièttes (miosotidi o "non ti scordar di me") nei dintorni. Si conobbero e presto si fidanzarono. Lei si chiamava Jendsàna e portava sempre al petto un mazzolino di selièttes; stavano tutto il giorno assieme ma, ogni sera, lei spariva nel bosco. Un giorno venne col braccio bendato e subito Ciompo le chiese cosa fosse successo, ma ella risposte -la mia vita ti appartiene e il mio cuore ti è dato. Sei sicuro del mio amore come io sono del tuo, ma ci sono 3 cose che non devi domandarmi: di dove vengo, cos'ho fatto al braccio e dove vado-
Il pastore si rese conto di conoscer poco di lei e pensò fosse una delle Anguane, creature misteriose che si sposavano qualche volta con gli uomini, ma dopo certo tempo sparivano. Si spaventò al pensiero di non rivederla e le confessò il suo dubbio, ma lei lo rassicurò di no, pregandolo di non chiedergli altro, ma egli continuava a tormentarsi e tormentarla, finchè non la persuase.
Anni prima una donna aveva gettato dal ponte Sgorbiàccia una bimba ed era fuggita. Una lontra la prese per far mangiare i piccoli, ma questi la trovarono così buffa che vollero tenerla per giocare. Quando arrivò il padre li rimproverò -dove avete trovato questo mostro? non sapete che è di una razza prepotente e malvagia, che vuol dominare tutti? se non la uccidete ci manderà in rovina!- ma i piccoli tanto pregarono che la tennero con sè. Crebbe selvaggia e imparò a nuotare e vivere come una lontra finchè, un giorno, salendo sulla terra non vide per la prima volta un prato fiorito di miosotidi e trovò che nel torrente nulla fosse tanto bello. Ogni giorno tornò a raccoglierne, imparando a viver come gli uomini. Una sera,tornando alla famiglia adottiva, raccontò di essersi fidanzata con un uomo e si irritarono tanto che il figlio maggiore la morse al braccio.
Il pastore fu impressionato dallo strano racconto e volle accompagnarla al fiume. Lei balzò in acqua ma da quel giorno non tornò. Venne l'autunno e Ciompo dovette portar le pecore a valle, ma non riusciva a restare in paese, così tornò su il giorno stesso e si addormentò sotto un pino. A sera lo svegliò un vecchio -alzati che l'aria è fredda, il sole è tramontato e il Cimòn è in enrosadira (il rosa di cui si tingono le Dolomiti a sera). L'è na voeya del destin (una sera del destino). A quest'ora le Comèlles salgono dalle grotte sul campo ghiacciato della Fradusta e scherzano con la ragione degli uomini. Chi oggi ragiona domani potrebbe aver perduto la mente e il suo spirito sarà nella notte!-
I due si lasciarono e Ciompo scese fino al Travegnòl e ancora ripensò a Jendsàna, tanto che la vita non gli pareva più possibile e iniziò a camminare tormentandosi su e giù per il torrente. D'improvviso sentì una voce -ma sei pazzo o lo stai diventando?- gli parve che tutto girasse e credette di udire voci uscir dall'acqua e vederne emergere strane figure. Le Comèlles erano scese dai ghiacciai e gli avevan portato via la ragione!
In paese iniziarono a domandarsi che ne fosse di Ciompo e decisero di andar a vedere. La valle era coperta della neve dell'inverno, tranne attorno alla sua tambra, dove tutto era verde e fiorito di selièttes. Egli era steso immobile con dei fiori freschi tra le mani. Sembrava dormisse ma ai richiami e alle scosse non si mosse. Raccontando la cosa a villaggio altri andarono perchè non ci credevano. Quando anch'essi videro immaginarono fosse una stregoneria e si nascosero per veder che accadesse. Al mattino videro arrivar una fanciulla e sostituire i fiori con alcuni freschi, sospirando disse tra sè -or devo aspettar altri sette anni prima di riaverti..- quando si allontanò gli uomini videro che come toccava la neve si tramutava in lontra e si tuffava in fiume.
Tutti a paese pensarono fosse stregato da una incantatrice e altri vollero vedere. Si nascosero e la donna tornò. Quando vide il pastore, non si sa per che motivo, disse dispiaciuta -or devo aspettare tredici anni per riaverti...- si guardò poi attorno -mi pare che qualcuno ci veda..- i giovani a queste parole fuggirono spaventati di chissà che vendetta della strega. Solo a primavera qualche curioso ebbe coraggio di andar lassù e la capanna non era sparita, ma vi era un grande prato di selièttes. Chiesero a un vecchio che aveva una certa fama di stregoneria che abitava al Plan del Veje (Piano del vecchio)ed egli disse che era colpa delle lontre, che erano bestie cattive che attiravano le altre creature in acqua e le facevano sparire e la lontra-strega aveva ammaliato Ciompo e portato nel suo regno d'acqua. Bisognava distruggerle tutte!
Il discorso impressionò i giovani e si organizzò la terribile caccia che le sterminò.
Così si avverò il presagio della vecchia lontra: la piccola umana alla quale avevan donato la vita sarebbe stata rovina della loro razza.

Nessun commento: