mercoledì, settembre 27, 2006

- Leggende delle dolomiti 17 - Il selvaggio di Pontives

Per andare in Val Gardena, passando sul monte Lajòn e lungo il torrente Derzòn, bisogna attraversare una frana caduta giù da Rasciesa, chiamata Ròa de Puntives. Un ammasso confuso di grosse pietre e alberi che nascono tra i crepacci. Tra i macigni vi è un piccolo spazio chiamato Plan de Musnatta. Una volta i dintorni erano malfamati e si raccontava di luci e strani mostri che vi si incontravano. Il più temuto era il Selvaggio di Pontives: uomo di terribile aspetto che si aggirava seminudo per la Ròa e scagliava pietroni e tronchi sui passanti, sopratutto quelli vestiti di abiti vivaci, ma che un giorno sparì.
In una fattoria abitava un tempo una giovane ricca senza genitori, ma con una vecchia cugina che tutti credevano una strega e di cui si mormorava avesse avvelenato il marito. Crescendo senza genitori la giovane era divenuta capricciosa e bizzarra. un Martedì Grasso in cui il vino scorreva a ruscelli in una festa a casa loro la ragazza pensò una scommessa stravagante: entro 7 mesi la cugina avrebbe trovato l'uomo piu brutto e grosso della contrada e lei lo avrebbe sposato. La cugina disse che a suo parere egli era un fabbro di una valle lontana: Vestito di pelle di bue e con una camicia di fibre di betulla, una barba incolta, non aveva mai visto una casa, era rozzo peggio di un orso forte da sradicare alberi. La cugina riuscì a combinare davvero il matrimonio. La giovane rideva forte e ciò è sempre cattivo segno, ma il fabbro che non conosceva gli usi dei contadini non ci fece caso.
Anche dopo il matrimonio si burlavano di lui e lo trattavano con disprezzo ma lui non si ribellava. Un giorno per deriderlo gli portarono abiti colorati dicendo di metterli per la sera perchè ci sarebbe stata festa in casa ma, per la prima volta con sorpresa di lei, rifiutò. Tentò di spiegarle che per gli esseri selvatici come lui la più intima parte dell'animo era legata al modo di vestire e se avesse cambiato vestiti avrebbe rinunciato a una parte di sè. Forse avrebbe convinto la moglie, se la cugina non avesse gridato -Non farla lunga! gettagli gli abiti nel fuoco, cosi li metterà!- entrambi si slanciarono sugli abiti e lei ebbe la meglio. l'uomo si lamentò cosi tristemente urlando -ah!se avessi i miei abiti!- cosi a lungo che la donna si spaventò. Da quel giorno indossò solo i calzoni di cuoio e mutò d'animo, passando le giornate vagando nel bosco senza fare niente e dormendo nel fienile senza più farsi vedere in casa. Un garzone maligno lo stuzzicava dicendo che per diritto avrebbe potuto uccider la moglie e lui al suo posto l'avrebbe fatto. In tutta risposta il selvatico preso da ira sradicò un albero e con un colpo in testa lo uccise, poi fuggì. Da allora a Roa de Puntives parlavano del pericoloso selvaggio. Un giorno due bimbi cercavano lamponi e videro l'uomo su un sasso che si lamentava. Gli avevano detto che mangiava i bambini, ma a loro non pareva cattivo. Ogni giorno i bimbi passavano di lì e lo sentivano lamentarsi, vedendolo solo con le braghe e punto dai tafani, così decisero di fargli loro un abito. il bimbo trovò una pelle e la ragazzina cucì. la camicia era grande non più di un palmo ma i bimbi non ci facevano caso. Come lo sentirono lamentarsi dei vestiti si fecero coraggio e gli porsero quelli fatti da loro. L'uomo era stupito ma felice -grazie, ho di nuovo un vestito, mi avete liberato! non possiedo niente ma vi lascio questo luogo. quando direte "Musnatta" troverete sempre lamponi in quantità!- detto questo scomparve tra le rocce della Rasciesa. I ragazzi non dimenticarono, passarono gli anni e la bimba diventò una vecchietta curva e raggrinzita che andava di villaggio in villaggio a vender lamponi, mentre la gente si domandava come facesse quella povera donnina a trovar squisiti lamponi anche nei più freddi mesi invernali.

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